Ztl prolungata, c’è chi dice sì: il caso del consigliere M5s Roberto Malanca

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La rivoluzione della viabilità nel centro di Torino da parte della giunta Appendino ha suscitato molte proteste da parte dei commercianti. Alcuni di loro, in questi giorni, hanno appeso cartelli “No Ztl” alle vetrine dei negozi. C’è un’eccezione, però: si tratta di “Ullallà”, in via Sant’Ottavio.

Il cartello "Sì Ztl" appeso alla vetrina del negozio "Ullallà", in via Sant'Ottavio a Torino
Il cartello “Sì Ztl” appeso alla vetrina del negozio “Ullallà”, in via Sant’Ottavio a Torino

 

Sì Ztl prolungata. Un centro più libero dalle auto favorisce il commercio“. Quasi uno slogan politico. In effetti, il titolare del negozio è Roberto Malanca, 56 anni, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, che prima di rilasciare un’intervista ha tenuto a precisare: “Ho appeso il cartello per convinzione, convenienza, ma anche per competenza”.

 

Roberto, come commenta le critiche dei commercianti alla riforma della Ztl?

L’amministrazione ha avviato un percorso di dialogo, informazione e raccolta delle proposte, tramite l’apertura di diversi tavoli di confronto (con commercianti, ma anche con residenti e professionisti del trasporto, ad esempio) tra le soluzioni della giunta e quelle della cittadinanza. L’obiettivo è ovviamente trovare una sintesi: nessuno vuole decidere da solo. Il percorso di dialogo con i residenti è partito a dicembre, ma è stato bloccato per le elezioni politiche. Ѐ ripreso lunedì scorso (19 marzo, ndr) e i commercianti hanno preteso di entrare a tutti i costi a Palazzo Civico, ma l’incontro era riservato a chi abitava in centro.

 

Siete però a conoscenza della proposta dei commercianti. Perché non è sostenibile?

La proposta non è stata ancora formalizzata. Se rimane questa, non è sostenibile perché chiede di ridurre l’area Ztl e renderla completamente pedonale. Questo significherebbe spostare tutte le telecamere e le infrastrutture di controllo, con un costo immane per il Comune. Inoltre renderebbe inutile qualsiasi tentativo di ridurre il traffico nella zona, anzi lo aumenterebbe.

 

Perché, secondo lei, è valida la proposta della giunta Appendino?

Così com’è strutturata adesso, la Ztl dalle 7.30 alle 10.30 uccide il centro torinese. Con la proposta del M5s, la Ztl non sarà più chiusa, ma verrà aperta. Chi vorrà farsi un giro in centro, potrà venirci, e risparmierà i 5 euro di parcheggio per due ore.

 

Ma li pagherà per il ticket di ingresso nella Ztl.

Sì, ma potendo entrare e uscire tutto il giorno. E risparmiando in tempo, con un centro molto più libero. Lei pensi che ci passano circa 75.000 macchine al giorno: di queste, ne vengono parcheggiate 40.000, mentre le altre 35.000 creano solo congestione e saranno disincentivate a transitarvi. I commercianti dovrebbero capire che chi passa e non si ferma, non genera nemmeno business. Inoltre, ripeto, è una proposta: sono ancora da stabilire il costo del ticket, il prolungamento della Ztl fino alle 19.30, e le due ore di parcheggio gratuito. Per queste cose c’è bisogno di parlare con i tavoli di dialogo per arrivare a una proposta costruita insieme. E certamente ci vogliono tempo e accordi a più livelli.

 

Può dirci come verrà stabilito il costo del ticket?

Nella proposta del M5s, la macchina passa sotto le telecamere, che prendono il numero di targa, si collegano alla banca dati della motorizzazione civile, stabiliscono il carico di C02 prodotto dalla macchina. Più la macchina inquina, più pagherà il ticket, comunque per un massimo di 5 euro. La macchina elettrica, quindi, entra gratis: è chiaro, il Suv diesel pagherà tanto, ma comunque meno rispetto a oggi. Ci saranno, poi, abbonamenti e facilitazioni: il vetraio che viene tutti i giorni a cambiare i vetri ad aziende e negozi che sono qui, potrà pagare un abbonamento conveniente, comunque ancora da concordare.

 

Come intendete veicolare il vostro messaggio? L’opinione dei cittadini torinesi pare contraria alla Ztl.

A breve faremo partire un’iniziativa di informazione come forza politica. Spiegheremo porta a porta ai commercianti cosa cambia. Tra l’altro, un mio amico che gestisce un negozio in via Monte di Pietà aveva appeso il cartello “No Ztl”: mi ha confessato di averlo fatto anzitutto per non litigare coi vicini, perché il problema riguarda anche il conformismo, chiaramente. Gli ho parlato, e ho chiarito le nostre ragioni. Adesso lo ha tolto. Significa che se le informazioni passano in maniera non approssimativa – come, purtroppo, alcuni giornali hanno fatto -, la gente può capire e, magari, cambiare idea.

 

VALERIO BARRETTA