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“Viaggiare in giallo”, secondo Sellerio le storie hanno sempre lo stesso investigatore

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Partenze, indagini, casi misteriosi. Treni, macchine, aerei, navi. Tutto raccolto dentro Viaggiare in giallo, l’ultima antologia di racconti pubblicata da Sellerio, con protagonisti alcuni fra i famosi investigatori delle storie della casa editrice siciliana. Al Salone Internazionale del Libro i sei autori hanno discusso del ritorno della serialità nei romanzi.

“Un personaggio e tante inchieste, in realtà i gialli sono sempre stati seriali” commenta Gaetano Savatteri. Sarà per questo che dal 2011 Sellerio ha pubblicato dieci raccolte. Francesco Recami rivendica con orgoglio di essere “l’unico ad averle fatte tutte e dieci” e ritiene che sia rassicurante “perché le attività della nostra vita sono seriali: dormire, mangiare, fare sesso, andare in bagno. Se perdiamo una puntata sono problemi”.

Tra le ragioni del successo del formato antologico c’è l’accostamento di autori con stili e approcci differenti. Per Alicia Giménez-Bartlett la famiglia è l’ambiente perfetto per i gialli: “protegge ma allo stesso tempo lascia indifesi perché conosce tutte le nostre debolezze”. Tra le ispirazioni di Marco Malvaldi c’è il progresso tecnologico. “Avvantaggia sia gli assassini sia gli investigatori” spiega l’autore della serie del BarLume “ma i gialli raccontano solo di chi indaga. A me invece piace sfruttare la tecnologia per inventare crimini sempre più efferati”.

Come fa notare Antonio D’Orrico, critico letterario del Corriere della Sera, dai racconti sono nati romanzi, serie narrative e personaggi. Serialità significa affezionarsi al proprio personaggio, come Alessandro Robecchi: “è come avere due vite, quando mi succede qualcosa mi chiedo cosa penserebbe Carlo Monterossi”. Serialità significa anche stancarsi del proprio personaggio. “Arthur Conan Doyle e Georges Simenon hanno tentato di far morire Sherlock Holmes e il commissario Maigret, un po’ per noia e un po’ perché gli autori si sentono oscurati dai protagonisti dei loro romanzi” fa notare Francesco Recami.

Tra i due estremi sta la proposta avanzata con provocazione da Antonio D’Orrico ai sei autori: trovare una continuazione per “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, storico giallo di Carlo Emilio Gadda.

 

GIORGIA GARIBOLDI