Trapianti e prevenzione dei tumori, le eccellenze piemontesi

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Un paziente affetto da fibrosi cistica – una grave patologia polmonare – viene portato all’Ospedale Molinette di Torino. L’uomo ha 47 anni ed è operato con urgenza da due equipe di medici. L’intervento dura 15 ore: trapianto “combinato” di quattro organi, polmoni, pancreas e fegato: è Il primo intervento di questo genere avvenuto in tutta Europa. Quello che è successo nel novembre scorso è una conferma dell’eccellenza della sanità piemontese nel campo dei trapianti.

Nel 2019 la Regione si è confermato al vertice, in Italia, in quanto a donazioni e trapianto di organi. Secondo i dati – presentati a gennaio nella sede della Regione – il numero dei donatori è cresciuto (137) ed è aumentato il numero dei trapianti “combinati”. Sono stati effettuati 435 interventi: 232 trapianti di rene, 148 di fegato, 25 di cuore, 23 di polmone e 6 di pancreas. La maggior parte è stata eseguita a Torino. L’Ospedale Molinette fa la parte del leone, con 367 interventi nell’anno appena trascorso.

I centri di trapianto piemontesi devono i loro successi alle capacità professionali delle equipe mediche e all’ampia disponibilità di posti letto, che sono in grado di ospitare pazienti da tutta Italia. Nel caso degli interventi al cuore circa la metà dei pazienti trapiantati giunge da altre regioni.

Ma la conferma dei primati passa anche dall’introduzione di alcune novità, come quella del “consenso informato” dei minorenni: è nata proprio a Torino, infatti, la prima procedura italiana che permetterà a chi non avrà ancora compiuto i 18 anni se decidere di sottoporsi o meno a un trapianto. Si tratta di un’iniziativa frutto di un lavoro durato tre anni, che ha coinvolto medici dell’Ospedale infantile Regina Margherita, psicologi e bioeticisti della Città della Salute.

LA PREVENZIONE DEI TUMORI

In Piemonte i tumori diagnosticati sono calati rispetto al passato. Nel 2018 i casi riscontrati sono stati 30.850, 50 in meno rispetto al 2017. La regione resta però al terzo posto in Italia per l’incidenza del cancro negli uomini e al quarto per le donne, ma tra le patologie sono calati i casi di cancro allo stomaco e di collo dell’utero. Questi ultimi casi  – secondo i dati raccolti del Registro tumori piemontesi – sono considerati rari nella Regione. Il motivo? Una forte attenzione alla pratica dello screening preventivo. Si tratta di una pratica prevista dal programma regionale “Prevenzione Serena”. Un programma che è stato introdotto nel 2016.

La prevenzione dei tumori è un’azione che il Piemonte intende diffondere anche all’estero.  A gennaio è stato annunciato un accordo di gemellaggio tra la Regione e il cantone di Zenica -Doboj, in Bosnia Erzegovina. L’accordo prevede la nascita di una Rete Oncologica e di un programma di screening dei tumori del collo dell’utero e della mammella nel paese balcanico. I protagonisti del progetto di cooperazione internazionale – che ha ottenuto un finanziamento di 800 mila euro dal ministero degli Esteri – sono la Città della Salute di Torino e la Rete Oncologica del Piemonte e Valle D’Aosta. In particolare, la Città della Salute sarà chiamata nei prossimi tre anni a fornire la proprie conoscenze nella gestione e nella realizzazione dei programmi di Screening agli ospedali del cantone di Zenica – Doboj. L’obiettivo è quello di curare le patologie tumorali presenti in Bosnia. Un aiuto concreto per portare altrove – in un paese che è stato devastato da una terribile guerra nel corso degli anni ‘90 – un’esperienza che funziona.

IL NUOVO CENTRO DI SIMULAZIONE AVANZATA

Tre aule messe a disposizione degli studenti universitari che ricreano le condizioni di un reparto d’urgenza. ll Centro di simulazione medica avanzata del Polo Universitario San Luigi Gonzaga è la palestra ideale per i dottori del futuro. La struttura – realizzata con il contributo della Compagnia San Paolo e inaugurata a fine gennaio –  è costituita da uno spazio di 240 metri quadrati , dotato di sistemi di simulazione unici e di manichini ad alta complessità tecnologica che ricreano il paziente adulto.

Una sala di simulazione – allestita come un reparto di area critica e attrezzata con i più evoluti manichini presenti in commercio – permetterà di eseguire procedure mediche simulate in alta fedeltà, gestite e monitorate da una cabina di regia collegata da vetri unidirezionali e da telecamere e sistemi audio ambientali. 

“Il nuovo Centro di simulazione medica avanzata – ha dichiarato il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna durante l’inaugurazione  – permetterà ai nostri studenti di confrontarsi su un ampio numero di patologie in ambienti clinici diversi e in situazioni realistiche. L’introduzione della formazione in simulazione consentirà infatti di abbattere il rischio clinico ponendo come obiettivo primario la sicurezza per il paziente”.

Il Centro di simulazione medica avanzata di Orbassano ospiterà anche uno dei più avanzati tavoli anatomici per la dissezione del corpo umano esistenti al mondo. Uno strumento che consentirà agli studenti di visualizzare l’anatomia esattamente come se si trattasse di un cadavere reale. Ma con un vantaggio: l’esperienza interattiva in touchscreen permetterà un livello di esplorazione dell’anatomia umana superiore a quello offerto da qualsiasi altro sistema tradizionale.

RICCARDO PIERONI 

L’articolo è tratto dall’ultimo numero di Futura: per leggerlo clicca qui.