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Tensioni al corteo No Tav, i manifestanti: “Le responsabilità di Pioltello sono di chi specula sull’alta velocità”

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Ai piedi del Rettorato un manifestante grida: “Vergogna”. Un altro si avvicina ai poliziotti in tenuta antisommossa e constata: “Entra solo chi cala la testa, il dissenso resta fuori”. Nessuno scontro al corteo No Tav, ma non mancano i momenti di tensione: vengono intonati cori contro gli “sbirri” e segue qualche spintone quando gli attivisti premono lo striscione sugli scudi delle forze dell’ordine.

Per tutta la mattinata i notav provano a raggiungere l’Aula Magna della Cavallerizza Reale, dove si tiene un seminario dal titolo “Il dibattito pubblico per opere condivise”. Partecipano il rettore dell’Università di Torino Gianmaria Ajani, il commissario governativo della tratta ad alta velocità tra Torino e Genova, Iolanda Romano, e il professore Gustavo Zagrebelsky. Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, invece, è assente per impegni istituzionali.

Si discute “una legge – così è scritto nel comunicato di convocazione del convegno – che introduce in Italia il confronto con i cittadini sulle grandi infrastrutture”. Per i notav il dibattito manca: “Alcuni studenti – fanno notare – non sono stati fatti entrare nonostante si siano registrati”.

La manifestazione è partita dal Campus Einaudi alle 9, ed è proseguita, con un giro lungo, in direzione di via Po. I carabinieri si sono schierati davanti alla sede della Rai, mentre due cordoni di poliziotti chiudono via Verdi all’angolo con via Rossini e l’entrata del Teatro Stabile. Gli autobus sei, 68 e diciotto non possono passare. Per tutta la mattinata, i notav hanno provato a raggiungere le Cavallerizze da tutti gli ingressi di via Verdi e ogni volta sono finiti contro uno schieramento di forze dell’ordine.

“Questi signori si nascondono – urla una ragazza al megafono – pensano di poter spendere i soldi pubblici in opere inutili, quando servirebbe investire in messa in sicurezza del territorio, sanità, borse di studio e ricerca, nelle linee dei pendolari”.

La tragedia di Pioltello, in cui sono morte tre persone per il deragliamento di un treno, viene rievocata più volte: “Non si può parlare di incidente se si spendono i soldi per la Tav”, grida un’attivista. “Rfi non ha speso poche migliaia di euro per aggiustare una rotaia – continua Franco, un militante- mentre lo Stato mette a disposizione milioni di euro per la tav”. Quando si parla del ministro delle infrastrutture, Franco risponde con una battuta: “Delrio chi? Delrio è un ministro in scadenza, come lo yogurt. Farà la campagna elettorale in Emilia, in Val di Susa non verrà, per questo che non sa quello che accade”.

All’angolo tra via Po e via Vasco parte qualche spintone. Il corteo ripiega per qualche metro su via Po. Un manifestante urla: “Questi sono pazzi”. Poi intervengono i funzionari della Digos e la tensione diminuisce. Poi i No Tav marciano fino a Palazzo Nuovo, dove viene calato uno striscione. Verso le undici e mezza gli attivisti si organizzano per raggiungere la procura, dove è stato portato un compagno prima che la manifestazione raggiungesse via Verdi.

Quali saranno le prossime battaglie? “Questo sarà una sorpresa per tutti – risponde Franco – ma è sicuro che ci saremo”.

GIUSEPPE GIORDANO