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Sostenibile e inclusiva, Unito lancia Unita Universitas Europea

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Un consorzio tra più atenei europei, che ha come punto di partenza la matrice linguistica comune, quella romanza. “Vogliamo creare una federazione tra realtà accademiche differenti per promuovere al meglio i valori dell’identità europea”, ha spiegato Stefano Geuna.

Il rettore dell’Università di Torino questa mattina, mercoledì 15 gennaio, ha presentato il progetto Unita Universitas Europea. Un’iniziativa che parte dall’ateneo sabaudo, inserita nell’ambito del programma dell’UE Erasmus + 2020 Key Action 2 e che vede la partecipazione di cinque università straniere:  la portoghese Universidade Beira Interior , le francesi Université de Pau et des Pays de l’Adour e Université Savoie  Mont Blanc, la rumena Universitaea de Vest din Timisora e infine la spagnola Universidad de Zaragoza. “Accettiamo l’invito dell’Università di Torino. Gli studenti sono il presente e il futuro dell’Europa”, ha affermato il rettore dell’Università spagnola José Antonio Murillo Mayoral Murillo.

Murillo, insieme ai rettori, ai vice rettori e alle delegazioni degli studenti delle cinque università coinvolte rimarranno a Torino fino a stasera per lavorare insieme al progetto di Unita. L’iniziativa sarà depositata entro il 26 febbraio: dovrà ottenere il via libera e il finanziamento della Commissione Europea.

Il rettore Geuna con i rettori, i vicerettori e i rappresentanti degli studenti delle cinque università straniere coinvolte

“I territori delle nostre università hanno una caratteristica geografica comune: sono zone montane. Oltre al fatto che operano in aree transfrontaliere rispetto ai propri paesi”, ha spiegato Geuna. Le Università coinvolte infatti appartengono ai paesi della regione centro meridionale europea: Francia, Spagna, Portogallo e Romania. Anche se il progetto non è precluso ad altri attori, accademici e non. “Il progetto è aperto ad altri soggetti. Auspichiamo inoltre un supporto attivo da parte del territorio”, ha aggiunto il rettore. 

Il progetto Unita incontra il favore dei rappresentanti torinesi del Fridays for Future. “Per noi è fondamentale collaborare con le università e che ci sia una cooperazione forte tra più paesi. Solo così sarà possibile attuare piani a lungo termine per fermare la crisi climatica”, ha spiegato il rappresentante del movimento Edoardo Di Stefano. 

 

 

RICCARDO PIERONI