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Salone Internazionale del Libro 2019: il “gioco del mondo” tra culture diverse

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Il Salone Internazionale del Libro di Torino riparte da qui: dal “gioco del mondo”, tema dell’edizione 2019. Dopo la querelle economico-istituzionale degli ultimi due anni, la manifestazione è pronta ad accogliere dal 9 al 13 maggio lettori, editori, scrittori, autori, e giornalisti provenienti da tutto il mondo. Che non sia stato facile lo si coglie dalle parole di tutti gli organizzatori dell’evento. Oggi 6 febbraio al Murazzi Student Zone per la prima conferenza sulla 32esima edizione del Salone c’erano tutti: Silvio Viale, il presidente dell’Associazione Torino, la Città del Libro; Giulio Biino, presidente della Fondazione Circolo dei lettori; Maurizia Rebola, direttore della Fondazione Circolo dei lettori, e Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino.

Tutto ritorna alle origini, quindi, anche se in modo un po’ diverso. Il marchio dell’evento editoriale più prestigioso e importante d’Italia è di nuovo del capoluogo piemontese, assegnato all’Associazione “Torino, la città del libro”, durante l’asta della vigilia di Natale.  Se da una parte la proprietà del marchio sarà in mano a enti privati (finanziatori sono Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo), l’aspetto editoriale e organizzativo è affidato alla Fondazione Circolo dei lettori, ente che fa capo alla Regione Piemonte e al Comune di Torino.

«Il Salone Internazionale del Libro è sopravvissuto a questo periodo burrascoso perché è una delle poche manifestazioni che riesca ad essere popolare, attira tutti.» commenta il direttore Lagioia che ha sottolineato quanto sia stata fondamentale la cooperazione di tutte le parti per ripartire da zero e creare una manifestazione nuova, seppur nella continuità.

Innanzitutto gli spazi: si prevede un ampliamento di settori  che mirerà a creare un ambiente più omogeneo, senza pannelli di serie A e pannelli di serie B. I 13mila mq in più dell’Oval ospiteranno una sala da 700 posti (che si chiamerà Sala Oro, la vecchia Sala Gialla), il Caffè letterario, uno spazio da 200 posti, l’area della Lingua Ospite, stand di grandi editori ed editori indipendenti. Il Padiglione 2 sarà dedicato al Bookstock Village, spazio per i giovani, mentre il Padiglione 1 ospiterà le istituzioni, gli editori, l’area dedicata a giochi e fumetti.

Poi le tematiche, che si concentreranno sull’incontro tra culture, senza bisogno di delineare confini. Le barriere culturali e geografiche saranno talmente labili che il Paese ospite non sarà quest’anno un Paese, bensì una lingua: lo spagnolo. Arriveranno ospiti dal Centro e Sud America, da Cuba alla Colombia, dall’Argentina alla Spagna. La novità assoluta di quest’anno, frutto di un progetto ambizioso, racconterà la lingua più parlata al mondo, anche in collaborazione con l’istituto Cervantes. Si rifletterà sul significato di forte identità culturale europea e non, a trent’anni esatti dalla caduta del muro di Berlino, ci si chiederà cosa sia cambiato nel mondo e cosa significhi oggigiorno il concetto d’identità, anche attraverso l’incontro con lo storico statunitense Francis Fukuyama. La nuova veste del Salone rappresenterà, quindi, “Il gioco del mondo“, dal titolo dell’omonimo libro di Julio Cortázar, nato in Belgio da genitori argentini, che ha girato l’Europa, ed era un cittadino del mondo.

VALERIA TUBEROSI