Palazzo Madama: il futuro tra tradizione e innovazione

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La rinascita di Palazzo Madama costituirà il simbolo della ripartenza torinese. È questo il messaggio lanciato da Maurizio Cibrario, presidente della Fondazione Torino Musei, che in mattinata, nell’ambito della conferenza stampa di presentazione del programma di restauro della facciata juvarriana, ha riassunto l’essenza del più ambizioso progetto di ripristino degli ultimi anni: “Non credo esista, a Torino e non solo, un altro monumento le cui pietre racchiudano 2000 anni di storia: dall’insediamento romano agli Acaia, i Duchi di Savoia, le Madame Reali, sino al Senato del Regno di Italia, una carrellata ineguagliabile di gestione del potere civico e statale. A trecento anni dalla trasformazione da fortezza a capolavoro dell’arte barocca, si rende necessario un grandioso lavoro di restauro, consentito dal senso civico e dalla sensibilità storica e artistica della Fondazione CRT, a cui va la profonda riconoscenza nostra e dell’intera Città”.

L’intervento interesserà l’avancorpo centrale della facciata, capolavoro architettonico del Settecento europeo: una spettacolare, complessa e delicata operazione “chirurgica” (questo il termine impiegato da Gianfranco Gritella, l’architetto che coordinerà i lavori, lo stesso che riplasmò la Mole Antonelliana vent’anni fa, e che attualmente sta conducendo le operazioni per il ripristino della Fontana dell’Ercole nei Giardini della Reggia di Venaria Reale): “Affrontare il restauro di un simbolo di Torino richiede grande responsabilità. La prima indagine, di conoscenza diagnostica, sarà volta a valutare la possibilità di riaprire le cantine iuvarriane per comprendere se, un domani, sarà possibile percorrerne i sotterranei. Purtroppo, i documenti relativi alla costruzione di questo palazzo scarseggiano: dovremo analizzarlo nel suo intimo, rispettandone la storia”.

 Un disegno ambizioso, capace di ibridare antiche tecniche artigianali e metodologie all’avanguardia, in una felice contaminazione tra tradizione e avanguardia.

Ben visibile anche l’entusiasmo di Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione CRT: “Il restauro di Palazzo Madama è il primo dono che la Fondazione fa alla città e alla regione in occasione dei festeggiamenti del proprio trentennale, rafforzando la lunga tradizione di solidarietà verso il patrimonio storico-artistico, a partire dalle Residenze Sabaude. Ci prendiamo cura di un bene di rilevanza nazionale che appartiene a tutti, con l’impegno di collaborare con le istituzioni per un nuovo Rinascimento culturale, continuando a far risplendere nel tempo la ‘grande bellezza’ diffusa sul territorio che rafforza il senso di comunità”.

“Il grande cantiere di Palazzo Madama”, afferma il Segretario Generale di Fondazione CRT, Massimo Lapucci, “stimolerà un doppio circolo virtuoso per la ripresa: sosterrà l’attività e l’occupazione nelle imprese del Nord Ovest coinvolte nei lavori, e consentirà alla Fondazione di mettere a disposizione del recupero del patrimonio artistico cittadino ulteriori fondi per 1,5 milioni di euro grazie all’Art bonus. Potremmo definirlo come una sorta di “recovery plan culturale” a lungo termine, con un occhio rivolto al futuro: l’obiettivo è quello di tutelare e valorizzare l’arte nel presente per trasmetterla in eredità alle prossime generazioni”.

Ha espresso la propria soddisfazione anche la sindaca Chiara Appendino: “Un momento emozionante per tutti i torinesi, fortemente legati a questo luogo simbolico, che ha segnato il passato e disegnerà il futuro della nostra città. Uno dei miei primi atti come prima cittadina fu apporre la firma, il primo dicembre 2016, per riconsegnare questo bene alla città. Oggi Torino, grazie a questa collaborazione, dimostra che investire nella cultura è sempre un ottimo proposito, anche in una congiuntura difficile come quella attuale”.

Restauro Palazzo Madama, video FondazioneCRT

L’intervento sarà portato a compimento nella primavera del 2024 ma, nel frattempo, la cittadinanza potrà monitorare da vicino l’andamento delle operazioni: il programma prevede, infatti, l’installazione di un ascensore panoramico che consentirà ai cittadini di risalire la facciata per osservare i lavori da un punto di vista strategico.