Medicina e questioni di genere, le nuove generazioni sono più consapevoli

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Uno studio per determinare la “coscienza di genere” in medicina ha rivelato che gli stereotipi di genere ci sono, anche se non per tutti. C’è ancora molto lavoro da fare, dicono i risultati, ma le nuove generazioni sono avvantaggiate da una cultura più attenta e una formazione scientifica più adeguata. A rivelarlo è la ricerca condotta dal Dipartimento di Psicologia di UniTo, in collaborazione con l’Associazione italiana donne medico (Aidm) di Torino e la Società italiana di medicina generale, realizzata tra il 2015 e il 2016 su un campione torinese e regionale.
Lo studio ha coinvolto 430 medici di medicina generale, dei quali il 55,5% uomini e il 44,5% donne, 175 operanti nel torinese.

A coordinare la ricerca sono Gabriella Tanturri, medico e presidente dell’Aidm e le docenti di psicologia sociale di UniTo Norma De Piccoli e Silvia Gattino. “Lo scopo della ricerca era anche intrecciare aspetti di psicologia sociale con aspetti clinici, partendo dal presupposto che la medicina di genere in Italia è ancora un tema poco affrontato – spiega Norma De Piccoli – il questionario che è stato somministrato conteneva infatti quesiti relativi a entrambi gli aspetti: medici e sociali”. Dalla ricerca emerge che i giovani medici, cioè quelli in fase di formazione, sono più sensibili alla tematica e più consapevoli delle recenti scoperte di medicina generale sul tema.

Lo scopo della ricerca, infatti, non è tanto rivelare eventuali pregiudizi o casi di “sessismo” in medicina, quanto piuttosto comprendere se vi è consapevolezza di genere tra i medici di medicina generale: il paziente donna e il paziente uomo spesso non presentano gli stessi sintomi o affrontano le stesse malattia (secondo 14 categorie individuate dallo studio) in modo differente. Ad esserne consapevoli sono soprattutto i giovani e le donne.

 

I primi risultati sono stati presentati in queste settimane, mentre lo studio completo sarà oggetto di articoli specialistici. Sulla Rivista italiana di medicina di genere uscirà tra qualche mese un articolo più dettagliato mentre, assicurano le psicologhe sociali, entro un mese usciranno tutti i dati sulla Newsletter dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

CAMILLA CUPELLI