La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Media for Peace: il giornalismo per la pace

Lina Timm, fondatrice e amministratrice delegata di Media Lab Bayern, si occupa di innovazione nell’ambito di media e giornalismo da circa 10 anni.

Media for Peace è un progetto nato nel 2020 e creato in collaborazione con l’Università delle forze armate tedesche di Monaco e con Dtec.bw. Pensare al futuro per riuscire ad uscire dalla prospettiva del conflitto: è questa l’idea su cui si basa l’iniziativa. Attualmente, il focus è su Afganistan e Libano, dove si cerca di incentivare e sviluppare un giornalismo orientato alla pace. Ma l’obiettivo è quello di estendere il progetto anche ad altri paesi.

“Avevamo bisogno di un team e avevamo bisogno di persone che conoscessero le regioni, le persone e la cultura locale e che lavorassero effettivamente come giornalisti. Abbiamo riunito 11 borsisti di 5 nazionalità nazionalità diverse, che avevano esperienza nelle zone di conflitto e lavoravano lì – ha spiegato Lina Timm –. In un paese post-conflitto con così tante aree diverse, le persone hanno bisogno di lavorare insieme per portare effettivamente la pace nel paese. Quando la guerra si raffredda, come si possono colmare le lacune e come si possono riunire le persone? È qua che comincia il giornalismo di pace. In questa situazione, può esserci solo una mancanza di conflitto, il che significa che c’è una pace negativa. Noi volevamo lavorare su questo”. 

Ma le difficoltà nelle zone di guerra sono varie. Ad esempio, ci sono state problematiche legate alla salute mentale dei giornalisti. E in zone come l’Afganistan e il Libano, mancano le risorse per affrontare questi episodi. Una delle soluzioni, è stata il dialogo. “Abbiamo messo una sedia nel centro della città, per invitare le persone a parlare tra di loro delle proprie opinioni sui conflitti e su vari argomenti importanti. È un’idea abbastanza vicina a quella del giornalismo delle soluzioni, in cui si pensa al futuro: come vorresti che fosse il tuo paese? Come ti piacerebbe vivere in futuro?”, ha continuato Timm. Questo momento di confronto avviene tra qualche decina di persone, e poi viene comunicato ai cittadini tramite il giornalismo, che diventa un mezzo per sostenere la pace, risolvere i conflitti interni e per riunire le persone.