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“Data Driven Journalism”: l’importanza di saper analizzare le “tracce digitali”

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Quando utilizziamo Facebook o Twitter lasciamo inconsapevolmente molte ”tracce digitali’. Si tratta di dati aggregati, che offrono opportunità di analisi e osservazione. Anche per chi fa giornalismo. “Il monitoraggio di queste informazioni è piu efficace di molte indagini di mercato. L’ascolto sui social funziona bene: gran parte degli utenti non sa di lasciare “tracce” e, di conseguenza, si comporta in maniera piu naturale”, ha spiegato Pier Luca Santoro, esperto di marketing e comunicazione, fondatore di DataMediaHub. 

Santoro è intervenuto questa mattina, domenica 7 aprile, al panel “Data Driven Journalism: come estrarre dati dai social e rappresentarli”, tenutosi al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.

“I giornalisti possono utilizzare questi dati per scrivere articoli”, ha sostenuto Santoro. Attraverso alcuni programmi e tools, come Social Mention e Talkwalker, è possibile vedere l’andamento di un post o l’interazione di un tweet. Strumenti che permettono di capire quali sono i temi piú dibattuti sui social e le reazioni che si scatenano su fatti di stringente attualità, specie in campo politico. Gli stessi leader  e capi di partito ne farebbero uso. “La Bestia” di Matteo Salvini, come viene definita dai giornalisti, non è nient’altro che un sistema di monitoraggio delle conversazioni in rete. Una cosa che viene fatta anche da molti altri politici. Ascoltare sui social per avere spunti sulle linee di comunicazione e di indirizzo generale da mantenere”, ha notato Santoro.  Se i giornalisti scelgono di “monitorare”, tuttavia, devono prestare attenzione alla “qualità” dei dati. “Un mi piace non ha la stessa rilevanza di una condivisione”. Quest’ultima, ha un coinvolgimento emotivo diverso da parte dall’utente. “Dal momento in cui decido di condividere un contenuto, nei fatti, rappresento me stesso di fronte alla cerchia dei contatti o follower che ho sul profilo. La ricondivisione ha quindi un peso maggiore rispetto al semplice like”, ha sostenuto Santoro, invitando i giornalisti a prestare attenzione alla gestione delle “tracce digitali”.

 

È possibile rivedere il filmato dell’incontro qui.

 

RICCARDO PIERONI