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Controviali a bassa velocità, più mezzi e monopattini: la Fase 2 cambia i trasporti a Torino

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Un trasporto sicuro per la cittadinanza, ma evitando che si punti solo sull’auto. È questo il piano della città di Torino per la Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Lo ha esposto oggi pomeriggio, mercoledì 29 aprile, l’assessore ai Trasporti della Maria Lapietra: “La nostra sfida è fornire un servizio essenziale con il trasporto pubblico, che sia anche sicuro per la cittadinanza. Dobbiamo però evitare il massiccio trasferimento in automobile, attraverso possibili risposte alternative”. Secondo dati forniti dall’assessore, se anche solo il 20-30% di coloro che prima del lockdown usavano un mezzo pubblico passassero all’auto, ci sarebbe un totale blocco della circolazione e livelli di congestione dello spazio pubblico e di inquinamento troppo elevati. La mobilità urbana sarò ridistribuita a favore di quella sostenibile, elettrica e di sharing.

“L’obiettivo è quello di lasciare lo spazio per proteggere il prossimo. Bisognerà ripensare il tempo di utilizzo dei mezzi, privilegiare gli acquisti e i servizi di prossimità, in modo da non usare l’auto, dare più spazio alla mobilità dolce, cioè piedi, bici e monopattini. Dovrà essere ridistribuito anche lo spazio all’interno delle vie cittadine, in modo che auto, bici, monopattini e bus abbiano posti sicuri in cui muoversi”.

Per questo sui controviali della città si viaggerà a massimo 20 chilometri all’ora, favorendo la coesistenza con  bici e monopattini. “Saranno 40 chilometri per senso di marcia di nuove piste ciclabili  – ha detto l’assessore – e verranno create isole ambientali per la mobilità dolce limitando nei viali la velocità a 50 chilometri all’ora. Metteremo in sicurezza gli attraversamenti pedonali e creeremo corsie preferenziali per i ciclisti che potranno andare avanti alle macchine”.

E poi lo sharing di bici, moto, monopattini e auto elettriche: “Lo favoriremo. Ai gestori è stato richiesto di aumentare il perimetro dei loro servizi, con tariffe differenziate anche per gli affitti a medio e lungo termine dei mezzi. In questo modo un unico cliente può utilizzare lo stesso mezzo per più tempo e così si alleggerisce il problema della sanificazione quotidiana. Il comune poi si impegna a creare aree sosta di deposito e prelievo e valutare di ingrandire la soglia massima di mezzi sul territorio per operatore”.

L’assessore ha anche fornito i numeri di veicoli che ci saranno in città nei prossimi mezzi: Tobike arriverà a 400 biciclette su 140 stazioni; Mobike ne attiverà 1500 e già da maggio si espanderà verso Mirafiori; a maggio ripartirà il servizio di moto elettriche Mimoto e da giugno partirà l’analogo Zigzag. Per quanto riguarda i monopattini le aziende che già oggi insistono sulla città opereranno al massimo della flotta permessa e arriveranno in tutto a 4000 mezzi. Infine saranno istallate 160 postazioni di ricarica elettrica di auto elettriche nella città durante l’estate.

All’interno di questo piano di mobilità come si muoveranno le aziende e i gruppi di trasporto pubblico?

Il piano di Gtt: in pochi sui mezzi, più treni nella metro

Ingressi contingentati e più treni per la metro: così il Gruppo Torinese Trasporti (Gtt), in un tira e molla con i sindacati, si prepara alla Fase 2. Dal 4 maggio autobus e tram viaggeranno con a bordo un numero massimo di persone, fissato a 20 per i bus da 12 metri, 30 per quelli da 18 e 30 per i tram. Si entrerà dalla porta posteriore e uscirà da quella centrale: le porte anteriori saranno riservate agli autisti. I passeggeri dovranno rispettare distanza di almeno un metro e per rispettare le disposizioni dell’ultimo dpcm, che prevedono l’obbligo per tutti i passeggeri di indossare mascherine a bordo, dispenser di dispositivi di protezione su tutti i mezzi di trasporto. Il Gruppo sta pensando anche di attivare servizi a chiamata su prenotazione.

I sindacati puntano al ritorno al più presto al pieno regime, perché un numero maggiore di corse limita gli assembramenti.

Per Gtt l’elemento fondamentale è il rispetto rigoroso del protocollo. Per questo sta attivando un programma continuo di disinfezione e utilizzo di metodiche per disinfettare i mezzi.

Per quanto riguarda la metropolitana, saranno automatizzati i flussi di accesso ai treni, calcolando attraverso le telecamere il numero di passeggeri sulle banchine e sui vagoni e contingentando in questo modo gli ingressi sui treni. Verranno poi creati percorsi di entrata e uscita differenziati nelle stazioni, con la creazione di direzioni univoche. Verranno messi marker su sedili non utilizzabili per garantire la distanza di sicurezza e ci saranno controlli per il rispetto delle distanze.

Verranno ripristinate tutte le linee e le frequenze della rete standard, che in questa prima fase di lockdown avevano subito modifiche. Gli intervalli di transito, per permettere gruppi di persone più scaglionati durante la giornata, saranno minori. La metropolitana passerà da 5 minuti a 2 e mezzo; la linea 4 da 11 a 5; tutti i tram passeranno ogni 8 minuti e i bus ogni 9.

La proposta di Bike Pride: più spazio per bici e pedoni

La proposta di riservare i controviali a bici e pedoni, che il comune metterà in atto, era stata suggerita anche da Bike Pride Fiab Torino insieme ad altre associazioni che si impegnano per la mobilità sostenibile. “A breve ci troveremo a breve con un gran numero di persone che torneranno a uscire di casa per andare a lavorare, anche se speriamo che lo smart working continuerà a essere incentivato. Molti, però, magari non faranno più uso dei mezzi pubblici come prima: gli accessi saranno contingentati e potrà salirvi la metà degli utenti o forse addirittura meno. Un bel problema per chi deve arrivare in orario”, spiega la presidente Elisa Gallo.

Non è solo questione di tempistiche: entra in gioco anche il tema dell’inquinamento. “Se le persone si spostano dal mezzo pubblico all’auto privata, oltre a non esserci spazio per le macchine e parcheggio, l’aria sarebbe ancora peggiore rispetto a prima. Torino è già tra le città più inquinate d’Europa, figuriamoci se aumentasse il traffico privato motorizzato”.

Sulla base di queste premesse, ecco le richieste dei sodalizi: “Chiediamo alle amministrazioni e al Ministero, cui abbiamo inviato una petizione congiunta, di promuovere e sostenere la mobilità attiva. Per poter andare a piedi o in bicicletta, serve allargare gli spazi destinati a chi cammina e pedala, perché uno dei motivi principali è la percezione, spesso a ragione, che le strade non siano pensate per pedoni e ciclisti, e che quindi non siano sicure”.

I benefici dell’uso della bicicletta sono molteplici: “Non tutti ovviamente dovranno andare in bicicletta, ma è una soluzione che può andar bene per la gran parte, andando a beneficio non solo loro ma dell’intera collettività. La bici inoltre consente di mantenere in questo periodo il necessario distanziamento fisico”.

In concreto, afferma Gallo, la proposta è di chiudere le auto ai controviali, trasformandoli in corsie a priorità ciclabile e pedonale: “L’idea è che gli spazi per due ruote e pedoni siano allargati ovunque ma i controviali sarebbero un ottimo punto di partenza. L’auto dovrebbe essere solo ospite, cioè poter transitare esclusivamente se deve svoltare o parcheggiare, ad esempio per i residenti”.

E porta l’esempio di altre città che ci stanno pensando: “Milano sta pensando a una proposta del genere e molte città hanno già messo in atto provvedimenti del genere: in Nuova Zelanda hanno allargato i marciapiedi, anche per consentire di rispettare le distanze, e a Bogotà sono state create zone a traffico limitato temporanee in grandissimi viali per alleggerire la pressione sui mezzi pubblici. È una via percorribile in tempi rapidi, perché quasi tutti hanno una bicicletta in cantina che potrebbero usare per spostamenti di due o tre chilometri, mentre l’incremento delle corse dei trasporti pubblici non si può costruire in una settimana”.

I monopattini di Dott

I monopattini elettrici, di cui molto si è parlato negli scorsi mesi, diventeranno uno dei mezzi più utili in questi mesi di Fase 2 per supportare il trasporto pubblico ed evitare il massiccio utilizzo delle automobili. Una delle aziende che forniscono questo tipo di mezzi alla città di Torino è Dott. “Abbiamo mantenuto il servizio durante le prime fasi dell’emergenza – ha detto Annalaura D’Angelo, Marketing Manager di Dott – e abbiamo messo su un programma di supporto per aiutare medici, infermieri e farmacisti a Torino, permettendo loro di muoversi con i nostri mezzi e facendoli usare a realtà come Pharmercure, servizio di consegna a domicilio di medicinali”.

La Fase 2 dell’emergenza vedrà tornare al lavoro molte categorie e allo stesso tempo i mezzi pubblici non potranno portare li stesso numero di persone di prima. Per questo Dott sta pensando di ampliare la sua offerta, come supporto ai mezzi pubblici. “I nostri monopattini continueranno ad essere in città – continua D’Angelo – Un servizio come il nostro può davvero dare una mano nella mobilità cittadina e favorire l’ottemperamento del distanziamento sociale. Non ci proponiamo come un’alternativa al trasporto pubblico, perché non possiamo muovere lo stesso numero di persone. Non vogliamo essere un’alternativa, ma un supporto. Chi deve prendere i mezzi o l’auto lo farà, ma chi ha la scelta può prendere un monopattino”.

I mezzi garantiscono anche sicurezza dal punto di vista sanitario: “I nostri monopattini – ha detto ancora D’Angelo – sono disinfettati con cura ogni volta prima di esser messi in strada. Da subito, dal primo caso di Codogno, ci siamo attivati con mascherine e guanti monouso e i prodotti per disinfettare e pulire con cura. Quando poi i monopattini vengono messi in strada si fa ancora un’ultima pulizia di sicurezza”.

Dott spera anche di poter allargare la sua zona operativa nelle città della cintura, per poter offrire un servizio più capillare: “Un’estensione di questo tipo e la resa di disponibilità dei controviali saranno di grande aiuto per noi”.

ADRIANA RICCOMAGNO
JACOPO TOMATIS