La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Bag TO Nature: imballaggi e cibo d’asporto senza inquinare troppo

condividi

Reinventare la propria funzione per sopravvivere. Durante l’ultimo anno di pandemia, moltissime persone hanno sperimentato direttamente nuove forme di consumo, specialmente per quanto riguarda il cibo. Il settore della ristorazione, uno dei più colpiti dalle restrizioni anticontagio, è stata costretta a trovare nuove soluzioni: pratiche un tempo quasi marginali come l’asporto o le consegne a domicilio oggi sono la norma.

L’aumento di tali modalità di somministrazione ha però portato con sé anche un maggior impatto sull’ambiente degli imballaggi in cui il cibo viene trasportato e consegnato. Il 90% dei ristoranti è attrezzato con comuni in alluminio per il delivery o l’asporto, o per consentire ai clienti di portare via gli alimenti ordinati e non consumati. Ma l’incremento del consumo “esterno” al locale comporta la necessità di ripensare le consegne in maniera più sostenibile per l’ambiente.

Per questo Ascom Confcommercio e Epat Torino, con il coordinamento della Città di Torino, di Camera di commercio, con il supporto di Amiat Gruppo IREN, ha lanciato un percorso di sensibilizzazione dal titolo “Bag TO Nature” che si inserisce nel filone di attività della Città “Verso rifiuti zero” e nell’ambito della campagna del Ministero della Transizione Ecologica “Plastic Free – Challenge”. L’iniziativa è rivolta ad operatori del settore della ristorazione tradizionale e veloce ed ai consumatori, per valorizzare la lotta allo spreco in ogni sua forma, sia con l’utilizzo di contenitori biodegradabili e compostabili per le attività di asporto, delivery e home food bag, sia evitando sprechi di prodotti alimentari. Nello specifico, 40mila food bag in carta e bioplastica biodegradabile e compostabile, per portare a casa il cibo non consumato, per il delivery o l’asporto, realizzate da S.I.S. distribuite con il supporto di Novamont saranno consegnate gratuitamente alle imprese torinesi del settore alimentare, come bar, ristoranti e gastronomie.

“Il modo in cui produciamo, consumiamo e sprechiamo il cibo è tra le principali cause della distruzione del suolo, dell’inquinamento, della perdita di biodiversità e dei cambiamenti climatici – afferma Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali e comunicazione di business di Novamont – Progetti come “Bag TO nature” sono sperimentazioni importanti per il ridisegno del ciclo degli scarti alimentari perché trasformano il rifiuto alimentare in risorsa, in un’ottica di circolarità delle risorse e di decarbonizzazione anche dei sistemi di consumo. Diversamente dai contenitori in plastica tradizionale che una volta contaminati con il cibo sono difficilmente  riciclabili, la food bag in Mater-Bi e carta realizzata da S.I.S. consente il recupero integrale dello scarto alimentare; grazie alle sue caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità, infatti, la food bag di S.I.S. può essere raccolta con la frazione organica dei rifiuti e insieme ad essi essere avviata a compostaggio per poi trasformarsi in  humus con cui riportare fertilità nei suoli”.

Ma non si tratta solo di contributo fisico. L’iniziativa comprende anche un’azione di formazione e informazione. Ascom e Epat intendono dare ulteriore volano alla promozione della sensibilità ambientale organizzando una serie di webinar rivolti a tutti gli operatori torinesi e organizzati in collaborazione massimi esperti di sostenibilità ambientale in materia di: lotta allo spreco alimentare, dalle politiche alimentari urbane alle buone pratiche nelle attività di somministrazione; riduzione della produzione di rifiuti, dalla scelta dei materiali ai meccanismi di raccolta e smaltimento; costruzione di comunità sostenibili a partire dalla propria impresa (risparmio energetico, riqualificazione degli spazi privati, economia circolare e buone pratiche).

Sono molte le aziende che da qualche anno inseriscono nei propri piani di responsabilità sociale d’impresa anche una forte attenzione alla sostenibilità ambientale. Lo fanno per risparmiare, o per migliorare la propria immagine agli occhi degli stakeholder del mercato. Sicuramente esiste anche una dimensione etica, ovvero una convinzione radicata nella filosofia di esistenza delle stesse imprese in relazione al territorio in cui sono impegnate. Ma laddove non siano predominanti questi elementi, è sicuro che oggi i clienti siano maggiormente attenti al ruolo degli attori commerciali nella salvaguardia dell’ambiente. In Italia, l’84% dei consumatori è disposto a pagare di più per un prodotto o servizio green e che il 43% associa ai prodotti/servizi “sostenibili” una qualità superiore.

“Le scelte delle nostre imprese si ripercuotono sul contesto non solo economico, ma anche territoriale e sociale in cui sono insediate dimostrando il connubio imprescindibile tra commercio e territorio – dichiara la presidente di Ascom, Maria Luisa Coppa – Negli ultimi anni registriamo un’attenzione crescente degli imprenditori al tema della sostenibilità ambientale, in particolare alla riduzione del consumo di energia, al contenimento della produzione di rifiuti e alla diffusione di comportamenti efficienti e virtuosi anche in materia di lotta allo spreco di cibo. La pandemia ha acceso i riflettori sull’importanza del commercio di vicinato e con questa iniziativa vogliamo ricordare ai consumatori che premiare le imprese di prossimità vuol dire anche fare una scelta d’acquisto che fa bene all’ambiente e alla comunità”.