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Incidente ferroviario Caluso, indagato l’autista del tir: “Ero guidato dalla scorta”

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Si chiama Darius Zujis, ha 39 anni ed è lituano. Era lui alla guida del camion coinvolto nell’incidente ferroviario nel passaggio a livello all’altezza di Caluso (frazione Arè) che ha causato 2 morti e 23 feriti. Nel pomeriggio è stato interrogato alla presenza del procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, per circa due ore. L’accusa è di disastro ferroviario colposo e omicidio plurimo colposo. Era atteso in Procura a Ivrea alle 13.30, ma si è presentato intorno alle 14.50 all’interno di una macchina della polizia. Il ritardo sarebbe stato causato da un lieve malore. Nelle ore successive all’incidente Zujis, che è difeso dall’avvocato Marco Morelli, era stato già sottoposto ad alcool test, risultando negativo. Al momento, ha confermato Ferrando, non ci sono altri indagati.

LE PAROLE DEL PROCURATORE CAPO DI IVREA GIUSEPPE FERRANDO

“Si è limitato a seguire le indicazioni della scorta, non aveva nemmeno il navigatore”. Così Giuseppe Ferrando al termine dell’interrogatorio di Darius Zujis. “L’uomo tornerà nel suo Paese, ma si è reso disponibile per ulteriori chiarimenti – ha aggiunto il procuratore capo di Ivrea – Adesso dovremmo capire cosa non ha funzionato: cercheremo di accertare chi avrebbe dovuto dare l’autorizzazione e se effettivamente Fsi non fosse al corrente del transito dei tir”.

La Procura di Ivrea sta cercando di ricostruire la dinamica. Al vaglio degli inquirenti sono soprattutto le comunicazioni intercorse tra Trenitalia e i gestori del trasporto eccezionale, la veneta Gi&Gi. La ditta avrebbe dovuto comunicare con largo anticipo il transito del camion, come ribadito in una nota anche da Anas, ma secondo Ferrovie dello Stato questa fatidica chiamata non sarebbe mai arrivata.

L’incidente è avvenuto intorno alle 23.20. Il treno regionale partito alle 22.30 dalla stazione di Porta Nuova e diretto a Ivrea si è scontrato con un tir che stava trasportando container di grosse dimensioni su rimorchi larghi 4,5 metri, provocando il deragliamento della locomotiva e di due vagoni nel passaggio a livello di Arè. Le vittime sono il macchinista, Roberto Madau, 61 anni, sardo ma residente a Ivrea e in procinto di andare in pensione e l’utista di una delle tre vetture che scortavano il camion proveniente dalla Repubblica Ceca e diretto a una ditta di Foglizzo. Si tratta di Stefan Aurelian, 64 anni, romeno residente a Busto Arsizio. Come si evince da un video esclusivo diffuso nel pomeriggio da Tgcom, al momento dell’arrivo del treno l’uomo era in strada per aiutare il tir nella manovra e non avrebbe fatto in tempo a mettersi in salvo. Tra i feriti la più grave è la capotreno Morena Gauna, 34 anni, operata nella notte al Cto per la frattura al bacino.

I primi ad accorrere sul posto sono stati i residenti di un’abitazione di fronte al luogo dell’incidente. La famiglia oggi non ha potuto abbandonare l’abitazione perché i rottami del treno hanno reso impraticabile l’unica stradina a disposizione, a pochi metri dal passaggio a livello. Le ruspe hanno lavorato a lungo per creare un passaggio alternativo.

“Sono arrivata nel cuore della notte, allertata dalla prefettura. Le forze dell’ordine erano già sul posto: i soccorsi sono stati efficaci e tempestivi – ha detto la sindaca di Caluso, Mariuccia Cena – Si tratta di una arteria molto trafficata, lungo la quale il passaggio dei camion è frequente”. Le carrozze potrebbero essere rimosse tra venerdì e sabato: si sta cercando di stabilizzare il terreno affinché la gru possa sgomberare le rotaie.

L’incidente ferroviario a Caluso – Foto di Alessandro Contaldo

La carovana con due camion e tre vetture di scorta stava attraversando il passaggio a livello tra Rodallo e Caluso, quando si è accesa la luce rossa e le campane hanno iniziato a suonare, segno premonitore del passaggio del treno: le sbarre si sono abbassate e il primo tir è rimasto incastrato tra la cabina e il rimorchio, venendo centrato pochi istanti dopo dal regionale 10027 che andava a una velocità compresa tra gli 80 e i 120 chilometri all’ora. Il macchinistra del treno non era stato avvisato di anomalie, anche perché le sbarre risultavano regolarmente abbassate e per questo non ha nemmeno provato ad azionare i freni.

FEDERICO PARODI